domenica 6 dicembre 2009



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Il cielo è blu scuro...
le stelle son luminose...
in casa tutto scuro e un albero che

s'innalza nell'angolo del salotto,

un grande pino con appese speranze,
auguri,
sogni, desideri, propositi..
è questo l'albero del Natale
che c'è in ognuno di noi...
e che si accende di stelle dorate e lampeggianti
quando in noi s'accende l'amore...
è la notte che precede il Natale,
ed è IL NATALE.



giovedì 6 agosto 2009

Festa di San Lupo
29-07-2009






La Cavalleria Rusticana
09-2008




martedì 23 giugno 2009






lunedì 22 giugno 2009





















Belezze Architettoniche

Un rapporto intenso e sublime è quello che
da secoli il paese di San lupo vive con le sue pietre.
Le origini, sia che si dia credito all’ipotese più
rischiosa che le fa risalire alla preistoria,
sia che si avvalori quella che si fonda sui
riscontri storici, trovano nella pietra
l’elemento che le unisce.
La testimonianza più antica è costituita
dai tronconi delle colonne benedettine rinvenuti
in località Cortesanta.
L’elemento più rappresentativo e meglio
conservato è certamente la Fontana Sant’Angelo.
Ma fra archi, cappelle, fontane , piazze, portali e
monumenti, tanti altri sono i petali di questo
splendido, straordinario fiore di pietra.
Andiamoli a cercare, sparsi qua e là
sul territorio.

Le colonne Benedettine

Nell’antica “grancia” dell’Abbazia di San Lupo,
che sorgeva in località Cortesanta,
esistevano delle maestose colonne de granito,
trasferite, verosimilmente, da qualche tempio
dedicato a divinità egizie esistente a Benevento.
Di culti in loro onore è testimone ancora oggi,
nei pressi della Chiesa delle Grazie del
capoluogo sannita, un basamento in granito,
che sorregge un massiccio esemplare di bue apis,
una delle divinità più adorate dal popolo
dei faraoni.
I monaci benedettini, secondo un costume
abbastanza diffuso nell’alto medioevo,
si servivano di materiale di spoglio di monumenti
in rovina per edificare le loro abbazie.
E’ assai probabile quindi che essi abbiano
utilizzato alcune di quelle colonne per la grancia
che edificarono a San Lupo in località Cortesanta.
Furono portate alla luce dagli scavi spontanei
Fatti dal proprietario del terreno tra il 1930 e il
1931, nel luogo dove sorgeva prima del terremoto
del 1688 la chiesa madre intitolata a san Lupo,
di fronte alla fontana Sant’Angelo.
I preziosi reperti furono trasportati in paese
a spalla, imbracati e legati con lunghe pertiche,
da operai e volontari coordinati dal capomastro
Andrea Focareta.
Essi affrontarono la durissima salita delle
Costarelle, un sentiero accidentato e scosceso,
ma arrivati in piazza furono ripagati dal suono
festoso delle campane voluto dall’arciprete
don Vito Carbone,convinto fautore dell’iniziativa.
I due tronconi di colonne furono sistemati
poi su due grosse macine di pietra davanti al
costruendo teatro in Via Orti.
Indegna fu la sorte che toccò loro negli anni
Successivi, quando furono utilizzati perfino come
Rulli per spianare le strade e uno di esse finì
Miseramente, come materiale di riempimento,
in un muro di Via Orti.
Il 25 Maggio 1998, finalmente, l’Amministrazione
comunale rese giustizia alla più antica traccia
della nostra storia.
Il troncone fu dignitosamente sistemati su un
basamento a foggia di capitello dorico,
disegnato dallo scultore Ernesto Pengue e donato
dalla ditta Guerriera, nell’angolo che da Via
nazionale immette su Via Orti.

Fontana Sant’Angelo
















mercoledì 10 giugno 2009

Prima Comunione
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Domenica 1° Giugno - 2009

mercoledì 27 maggio 2009

Vedute di San Lupo

mercoledì 20 maggio 2009

Le Chiese

La più importante per vetustà e prestigio è la Chiesa madre, dedicata a San Giovanni Battista. Si avvale dal 1694 del titolo arcipretale conferitole da Sua Eminenza il Cardinale Orsini, Arcivescovo di Benevento, elevato poi al soglio pontificio con il nome di Benedetto XIII. Più volte ricostruita ed ampliata, dal 1890, anno della sua riconsagrazione,conserva l’attuale forma. La facciata, il portale principale, i pilastri a formadi colonne corinzie, le decorazioni dell’abside, richiamano lo stile neoclassico. Le colonne doriche e la struttura dell’organo risalgono ai primi del Novecento, per la Precisione “populus grato animo dicavit A. D. MCMXIX” l’organo al patrono San Lupo. Una lapide posta sul lato sinistro riporta i nomi Di 58 persone che con il loro contributo ne Consentirono la costruzione; il primo nome è quello dell’arciprete don Vito Carbone che versò 500 lire, seguono Lorenzo Varrone e il dott. Nicola De Giorgio con 200 lire,Lorenzo Ciaglia fu Saverio con 170 lire,Giuseppe De Blasio.Di Pasquale e Lupo MeglioDi Vincenzo con 150 lire.Francesco Di Lorenzo con 102 lire.Seguono altre 51 persone con offerte che vanno Da 100 a 50 lire.Di fattura settecentesca è la fonte battesimale.L’ultimo restauro risale al 1977/78, effettuato Grazie ai contributi dei fedeli sanlupesi, Del Comitato festa di san Lupo e delle offerte Provenienti dai sanlupesi dall’estero. A pianta rettangolare, con una sola navata,ospita su altrettanti altari, le statue dellaSS. Vergine, di San Giovanni Battista, di Sant’Antonio e quella veneratissima del Santo Patrono San Lupo. Quest’ultima è a mezzo busto in legno, scolpita Nel 1708 da Giacomo Colombo , uno dei più Rinomati artisti della scuola napoletanadel Settecento.Alla sua scuola appartengono anche le statueDi San Nicola venerata a San Giuliano del Sannio (CB) di San Cono a Reggiano (SA) e dell’Addolorata a Castelpetroso (CB).La statua di San Lupo ha subito nel corso di tresecoli vari ritocchi, nel 1856 a spese del signor Giovannengelo Cesare, nel 1900 e nel 1978 a curadei devoti sanlupesi.In quell’anno la statua, accompagnata da una nutrita Delegazione di fedeli, per il necessario restauro in vista delle celebrazioni del XV centenario della morte di San Lupo, fu accompagnata nel laboratorio di Pompei del prof. Pecoraio,docente dell’Istituto Centrale di Roma,restauratore privato del Museo di Capodimonte.Prima del ritorno a San Lupo, dove fu accolta sulponte delle janare e portata in processione fino allachiesa madre da una folla in preghiera, la statua fu benedetta nel Santuario Pontificio da Vescovo di Pompei.Nessuno degli interventi ha mai riguardato il volto,che conserva la vivacità dei colori originali el’espressione amorevole e rassicurante voluta dall'artista.Accanto alla chiesa si erge il campanile, con la cupola Ricoperta da piastrelle maiolicate che nell’insieme riflettono i colori dell’arte bizantina.

L’Annunziata

Lungo Via Garibaldi, l’antica via Di Mezzo,inaugurata il 25 giugno 1882, legata “fisicamente”al rione Portapiedi, si trova la Chiesa dell’Annunziata eretta nel 1633, come si evince dall’iscrizione in latinoriportata all’interno della lunetta che sovrasta ilportale di accesso.La facciata conserva le forme architettoniche originarie in stile romanico e con i suoi stucchi,le tele e gli altari, testimonia le ridondanze dell’età barocca; per le contenute dimensioni infonde uno straordinario senso di raccoglimento.Uno degli altari è sormontato da uno stemma della famiglia Rettino (due fila di stelle separateda una banda orizzontale) fautrice dell’edificazione.Su un quadrato di pietra brunita dal tempo trasportato e collocato sull’arco di accesso a un fabbricato in Contrada Crocella c’è una dedicain latino, datata 1633, di tale Serio rettinoche tra l’altro contiene una dedica proprio allagenitrice madre di dio.L’altro presenta alla base due stemmi con quelloDi sinistra che raffigura l’antico emblema,con i simboli della leggenda sulla fondazione delpaese.In essa sono custodite le statue di San Rocco,San celestino e Sant’Antonio, quest’ultima invetroresina, più leggera e agevole da portare.in processione, i quadri raffiguranti la Sacra famigliae l’annunciazione e una piccola tela raffigurante San Pietro.

La Congregazione

A largo San Cristoforo si trova la Chiesa della Congregazione, ornata da un bellissimo portale su cui è incisa la frase “Conceptae virgini congregationis fratres D (icaverunt)”. Vi si insediò dai primi del settecento la Congregazione Di Gesù e maria, che fu costituita per le preghiere,la carità e il servizio funebre e dedicata dai“fratelli” all’immacolata Concezione.Oggi è chiusa al culto, all’interno sono visibiliDue colonne con annesse acquasantiere di pregevolissima fattura artigianale e fino aqualche tempo fa alcuni interessanti quadri asfondo religioso.Per le pessime condizioni strutturali dell’edificio,che ne mettevano a rischio l’incolumità e la conservazione, in attesa di restauro, sono statimessi in sicurezza dal parroco don Silvio Vaccarella.Si trata del quadro della Concezione, della Madonna Del Rosario con San Domenico, San Gennaro e Santa Caterina da Siena, della Madonna con Sant’Antonio di Padova e Sant’Antonio Abate,di una Madonna Nera con San Francesco d’Assisie, forse San Biagio.Il quadro con l’Assunzione di Maria è stato
restaurato dalla dottssa Rossana Limata e provvisoriamentecollocato al centro del soffitto della chiesa madre.

Cappella della Crocella

In Contrada Crocella, infine, si trova una Cappelladedicata a San Lupo inaugurata il 25 Giugno1951 e costruita con le offerte dei sanlupesi emigrati,con il munifico dono del Comm. Antonio Calmieri,l’assiduo aiuto di tutto il popolo e l’opera fattiva deldevoto Antonio Vaccarella di Pellegrino.Il luogo conserva tracce di una processione votiva,come testimonia la lapide presente sul muro di una casa privata li vicino, avvenuta il 25 Giugno del 1899.Testualmente è scritto:”Qui fermava la statua prodigiosadel nostro Patrono San Lupo seguito da tutti i cittadini che umiliati e penitenti a Dio offrivano lacrime e preci per la liberazione dei flagelli intercedente il Santo Patrono”. In occasione del 1° centenario dell’evento, ilComitato feste ha voluto ricordare quell’episodio dotando la Cappella di un mosaico di mattonelle in ceramica, realizzato nella bottega d’arte Giustiniani in Cerretto Sannita.Ogni anno il 25 giugno, alle prime luci dell’alba, parte dalla Chiesa madre una processione dipenitenza per la Cappella Procella, dove viene officiata la Santa Messa.

lunedì 4 maggio 2009






Le festività religiose



Le festività religiose che si celebrano a San Lupo
sono cinque.
A partire del 1830 il 28 Aprile.
In quell'anno una prolungata siccità minacciava
i raccolti, soprattutto la piantagione di granone,
che rappresentavano per la maggioranza della
popolazione l'unica fonte de sostentamento.
A seguito di ripetute e pubbliche preghiere,
accompagnate da un triduo e una processione
di penitenza da parte di tutti gli abitanti, dietro
la statua di San Lupo, una benefica pioggia
cadde solo sul territorio del nostro paese,
con grande meraviglia degli abitanti dei paesi vicini.
Il raccolto di granone fu abbondante e in segno di
riconoscenza e gratitudine a San Lupo fu stabilito
che il 28 Aprile per tutti gli anni a venire fosse ricordato,
per il favorevole evento, come giorno di ringraziamento.
Intorno alla prima decade di Giugno si festeggia
Sant'Antonio.
Oltre alle funzioni religiose e alla presenza di un
rinomato concerto bandistico questa festa si
caratterizza, nel pomeriggio della vigilia, per la
processione delle biscottelle e la benedizione del pane.
E' un'antica tradizione che ricorda un gesto di
solidarietà delle famiglie benestanti che offivano
del pane a quelle povere.
Alla fine degli anni Settanta prima per iniziativa
spontanea di alcune persone, poi con l'organizzazione
di un dinamico comitato, è stata ripresa la festa di
San Celestino, che come abbiamo visto nei cenni
storicisi celebrava già nel 1862, alla fine di settembre.
Si svolge anche oggi tra la seconda e la terza domenica
di Settembre e ha come luogo di riferimento Piazza Croci,
sede di un grazioso bronzetto dedicato al santo.
Oltre che per le funzioni religiose tipiche, messa e
processione e per il consueto spettacolo di musica
leggera, la festa si caratterizza per una cena popolare
la sera della della vigilia,, l'asta del gallo e la gara
dei peperoni imbottiti nei giorni successivi.
Verso la fine di agosto è nel rione Portapiede che si
svolge la festa in onore di San Rocco.
Anche questa festa conserva le sue peculiarità che,
dopo qualche anno di appannamento, hanno
trovato nuovo vigore per merito di un giovane
comitato motivato e intraprendente.
Oltre allo spettacolo di musica leggera,
in genere si spunta sulla immortale canzone
napoletana.
C'è l'attesissima gara dei maccheroni al peperoncino
piccante, che i concorrenti devono mangiare con le
mani legate dietro la schiena e il sorteggio del biglietto
vincente della lotteria dell'agnello.
Ma la "Festa" quella com la lettera maiuscola,
in cui da generazioni si indentificano i sanlupesi,
qui e nel mondo, accomunati da una straordinaria
devozione per San Lupo, affidabile padre e pastore
buono, é quella che si celebra in suo onore nei
giorni 27-28 e 29 Luglio.
E' un appuntamento così sentito, tanto atteso,
che che fa da spartiacque nella vita del paese e
soprattutto nella prima metà del secolo scorso,
tutto ruotava intorno a questi magici giorni.
Si respira un clima diverso, si rivedono
volti nuovi, si ritrovano vecchi amici,
i vicoli e le piazze si riempiono di gente.
I primi accenni del sapore della festa si registrano
già il 19 Luglio, inizio della novena, ma la
mattina del 27 sono le allegre marcette del primo
concerto bandistico, il secondo arriverà la mattina
del 29, che spandono per tutto il paese allegria
ed emozione.
La sera del 27, il sole ancora caldo seppure
proiettato al tramonto, illumina la cerimonia
religiosa che rievoca l'ascesa al trono del
Vescovo Lupo.
In una Chiesa gremita di fideli e pregna di
tensione emotiva, c'è spazio solo per la commozione.
Lo sguardo di tutti i fideli è fisso al centro dell'altare
maggiore da cui, tra il tintinnìo cadenzato e
martellante di una campanella al lato dell'altare,
il rintocco possente e festoso della campana centrale,
il suono intenso dell'organo, le note avvolgenti della
banda musicale e i colpi ritmati dei fuochi d'artificio,
in un concerto polifonico e coinvolgente,
lentamente appare l'immagine di San Lupo.
Al primo spuntare della mitra, gli occhi già
pieni di lacrime e il cuore in tumulto, accompagnano
le preghiere e i voti che ogni uno sanlupese rivolge
al suo Protettore.
Sono pochi attimi, lunghi quanto l'elernità,
durante i quali si incrosciano nelle
menti fede e esperanza, certezze e angosce,
gioie e dolori.
Per affidare un istante dopo, l'animo sgombro
da ogni pensiero, tutto nelle mani di Dan Lupo.
Negli anni della grande emigrazione, non c'era
un sanlupese che non avesse un parente lontano.
Um marido, un figlio, una sorella,
erano lì presente e allora un pianto liberatorio
esplodeva alla vista di San Lupo, accompagnato da
strazianti implorazioni.
le donne soprattutto, gridavano le loro richieste
di protezione al santo, ricordandogli i nomi dei
propri cari, affinché li scansasse da ogni pericolo
e li facesse ritornare sani e salvi.
Al termine della funzionesi si svolge alla luce
di centinaia di fiaccole la citata processione
eucaristica di espiazione intorno al palazzo Iacobelli.
Il SS. Sacramento è accompagnato dal Sindaco e dal
Consiglio comunale, a ricordo della sacrilega processione
che vide il popolo di San Lupo portare in giro,
proprio intorno al Palazzo issata su un palo,
la testa del brigante Brancaccio.
Il 28 Luglio è il giorno del grano e del ricordo.
simbolo della fecondità della terra ed elemento
essenziale nell'alimentazione dell'uomo, ha
costituito per secoli l'attività principale dei
contadini di San Lupo.
le campagne nel mese di Giugno erano uno
spettacolo e le bionde messi dall'alto apparivano
come un immenso oceano d'oro.
Non sempre le condizioni atmosferiche erano
alleate dei contadini, doveroso dunque, ringraziare
il Santo patrono per il buon raccolto.
Nel rispetto di questa tradizione, donne e bambini
in costume tradizionale portano in testa o in mano
conche e secchietti e pentoline di rame piene di grano
La suggestiva sfilata, che richiama numerosi curiosi
dai paesi vicini, in passato era accompagnata
anche da qualche asinello, con il suo sacco di grano
in soma.
Anche se oggi la coltivazione del grano è quasi
completamente sparita, la tradizione è talmente
radicata nell'animo dei sanlupesi che sopravvive,
sia grazie alle offerte dei fedeli che all'impegno
del comitato festa, che mette a disposizione il grano.
Da qualche decina d'anni sfilano in processione
anche uomini e bambini che portano in dono, in
contenitori di plastica, l'olio.
la parte della giornata dedicata al ricordo è quella
riservata agli emigrati.
In loro onore la mattina si celebra una messa
cantata e in pomeriggio il Comitato Feste offre a
ciascun capo famiglia presente in paese per la festa
una targa ricordo, sia per sottolineare il piacere
dela presenza, ma soprattutto per testimoniare
loro la forza del legame per le comuni radici.
Il 29 Luglio è il giorno in cui nel 479 moriva,
presumibilmente a Troyes, San Lupo.
Il popolo di san Lupo ricorda l'evento con una
solenne processione che si snoda e accompagna
per le vie del paese la statua di San Lupo.
La statua é preceduta da bambini, donne e uomini
penitenti, anche scalzi, che per voto portano il cero
Ogni cero racconta una storia: un voto, una
intercessione, una risposta di fede.
E' seguita da una straordinaria folla di fedeli,
raccolta in preghiera.
la Piazza Umberto I la sera del 29 Luglio ha
una cornice degna dei grandi eventi delle città d'arte
e offre uno spettacolo di musica lirica e sinfonica
di prim'ordine.
Due fra i più prestigiosi concerti bandistici del
momento, scelti con cura e competenza dal
Comitato, deliziano il pubblico, tra cui numerosi
appassionati dei paesi vicini, proponendo brani lirici
e sinfonici tratti dalle più importanti opere dei più
grandi musicisti italiani e stranieri.
La festa si chiude con un fantasmagorico
spettacolo di fuochi pirotecnici che rischiarano a
giono l'ampia vallata.
Una testimonianza di fede e riconoscenza,
immaginiamo con la stessa nostra gioia, è
quella che le comunità sanlupese che
resiedono in Australia e in america,
tributano in quei giorni a San Lupo.
Tre sono le statue del santo, tutte in legno,
venerate, a conferma del legame indissolubile
che esiste tra i Sanlupesi e il loro Santo Padrono.
A Marrickville (Sydney) nella Chiesa di San Raffaele,
in quella di West Preston a Melbourne e nella storica
"Our Lady of Mount Carmel Church" di
Jersey City, presso New York.
San Lupo nacche a Toul, capitale della Lorena,
alla fine del IV secolo, precisamente nel 395,
certamente da nobile famiglia.
Non si sa niente dei suoi genitori, eccetto
che lo lasciarono orfano ancora bambino e la
sua educazione fu affidata ad uno zio.
Una delle glorie più pure della Chiesa Francese del
V secolo, andò da apostolo in giro a predicare la
legge di Cristo, spingendosi fino in Gran Bretagna,
accompagnato da san germano, per combattere
l'eresia del Pelagio.
Dottore di una Chiesa non sempre al di sopra di ogni
sospetto, sostienne con la parola e con la penna la
purità del Vangelo.
Martire di carità, fu al fianco dei poveri, dei
deboli e degli oppressi, operando diversi prodigi.
Il più noto è sicuramente quello secondo cui
il vescovo di Troyes, fallita l'ambasceria inviatagli
per risparmiare la città, andò personalmente
incontro ad Attila, il crudele e sanguinario re degli
Unni accampato fuori le mura di Troyes
nel Maggio del 451.
Forse per le considerevoli offerte ricevute,
forse a seguito di riti propiziatori fatti in favore de
alcune divinità barbariche a lui care,
certamente per la forza persuativa delle intrepide
parole del Vescovo Lupo, Attila , "Il flagello di Dio"
fece marcia indietro e se ne tornò oltre il Reno.
L'anno dopo toccò al Papa Leone I andare incontro
ad Attila sulle rive del fiume Mincio,
perchè dopo aver distrutto Aquileia, Padova,
Verona e Bergamo, marciava minaccioso su Roma.
In cambio di un congruo tributo annuale da parte
dei Romani si convinse a ripassare, con i suoi Unni,
le Alpi.
I contemporanei coniarono la felice espressione
secondo cui colui che aveva fatto tremare
popoli e estati, si era fermato solo davanti a un
Lupo e a un Leone.
Il vescovo di Lione, Sidonio Apollinare,
lo appellò
"Vescovo dei Vescovi";
i posteri lo hanno definito
"Pius Patriae Liberator"
(Pio liberatore della patria).
Per i sanlupesi è Padre, Padrono, Consigliere.
Come e quando dalla Francia il culto de san Lupo
sia arrivato nel nostro paese ricalca la storia dei
culti di altri santi arrivati nel corso dei secoli da
altre parti del mondo cristiano in Italia.
Durante la dominazione Longobarda, i Principi
di Benevento per ottenere l'intercessione dei Santi
e l'appoggio della Chiesa, cercavano dappertutto
le sante reliquie e le trasportavano nelle loro
città-capitali, dove fondavano chiese e monasteri.
Anche i monaci benedettini di Benevento, come
quelli di Montecassino del resto, erano in contatto
con quelli francesi e questi ultimi, a loro volta,
frequentavano i monasteri italiani.
Sant'Alferio per esempio, primo abate di Cava,
era stato ospite del celebre e storico monastero
di Cluny.
Ritenendo per certa la notizia che il monastero
benedettino di San Lupo e Zosimo fu fondato nella
città di Benevento nell'anno 837 dell'era volgare,
sotto il principato di Arechi e poi di suo figlio
Grimoaldo, è credibile che furono proprio quei Principi,
aiutati dai benedettini, a trasferire le reliquie di
San Lupo da Troyes a Benevento prima e
San Lupo paese dopo.
Oggi una parte del capo di San Lupo è conservata
nella Cattedrale di Benevento e due pessi di ossa,
uno in un reliquario ovale incastrato nella base
della statua, l'altro in un reliquario d'argento
finemente cesellato, datato 1834 e fatto costruire
con le offerte dei sanlupesi, sono conservati a
San Lupo.
Nell'archivio dell'abbasia della SS. Trinità di
Cava dei Tirreni è conservato un manoscritto
risalente all'XI secolo, proveniente dall' abbazia
di San Lupo in Benevento, che riporta l'ufficio
di San Lupo con inni propri in notazione gregoriana.
Di recente a cura del Parroco don Silvio Vaccarella,
con la collaborazione del coro parrocchiale,
diretto dal Maestro don Lupo Ciaglia,
è stato realizzato un cd che raccoglie
vecchi e nuovi canti in onore di San Lupo.




mercoledì 29 aprile 2009

Grassetto



Le attività produttive

L'economia di San Lupo si è retta da sempre
sull'agricoltura, di sussistenza prima di mercato poi.
Almeno fino alla fine degli anni 50 il paese ha convissuto
con gli elementi e le caratteristiche della civiltà contadina.

L'emigrazione e la conseguente fuga dalle campagne
hanno via via trasformato la realtà sociale ed economica del paese.

Le aie, luoghi di aggregazione e di allegria,
dove dopo la trebbiatura del grano si celebravano
feste chiassose e genuine, oggi sono malinconici
spiazzi vuoti, quando non sono
stati rubati dal cemento. I forni dove le donne
cuocevano il pane
"ammassato" nella notte, sono quasi scomparsi.

Resiste il culto della vendemmia ed è ancora possibile
respirare, ad Ottobre, lungo i vicoli del centro antico il
profumo del mosto che si sprigiona dalle cantine.
La maggior parte delle uve finisce alla Cantina Sociale
"La Guardiense" di Guardia Sanframondi e va a
nobilitare quei vini.

Dal 2000
valorizza sia vitigni autoctoni che quelli importati e
sapientemente scelti per la natura del terreno e
le condizioni bio-climatiche,
l'Azienda biologica Orsini.
Un'azienda giovane ma che ha già conquistato il
mercato per l'eccelente qualità dei vini prodotti;
tra i bianchi la falanghina, il fiano ed il greco,
tra i rossi essenzialmente l'aglianico e il barbera
del Sannio, ottenuti con semplici interventi
fisici e controllati da "Suolo e salute" un organismo di
tutela e garanzia della biologicità del prodotto.

Un discorso à parti merita la produzione dell'olio,
che nonostante le variazioni del clima e le leggi del
mercato, costituisce ancora il
piatto forte dell'economia agricola sanlupese.
In questo contesto operano due frantoi per la molitura
delle olive:

la Cooperativa agricola "Olivicola San Lupo"
e la s. r. l. "La Rinascente".

La prima é nata il 20 Novembre 1970, per l'iniziativa
di 42 coraggiosi contadini, stanchi di sottostare
alle condizioni, non sempre vantaggiose,
dei proprietari di frantoi.
Oggi l'Olivicola conta duecentoquaranta soci e produce un
olio di primissima qualità, proveniente da olive
monovarietali quali l'ortolana (nota localmente come
Melella proprio per le note
aromatiche di mela che induce nell'olio) e l'ortice.
Grazie a moderni macchinari e nuovi sistemi di produzione,
ai particolari tipi di olive e alle caratteristiche dei terreni,
l'extravergine ha ottenuto
premi e riconoscimenti a livello nazionale.
Ha vinto il 1° premio, Ercole Olivario per l'olio extravergine
d'oliva di qualità, nella categoria fruttato intenso,
nel 1996 e 1998, e l'Orciolo d'oro, premio
nazionale riservato agli oli extravergini
di qualità, nel 1995/96 e 1997/98.
L'acidità media espressa in acido oleico è dello 0,25%.
Ha meritato le citazioni di riviste specializzate e pubblicazioni di
settore quale il Gambero Rosso e Le Guide Qualità de
I buoni oli d'Italia.

La seconda, di dimensioni più ridotte,
molisce le olive di una decina di soci.

Un'altra azienda,
che ha recuperato i gusti ed i sapori dimenticati
della tradizione pastorizia, è quella che produce il formaggio
di pecora "Ciesco", in Contrada Campopiano,
grazie all'intuito di un giovani imprenditore,
che ha abbandonato i ritmi caotici di una grande città
e si è rifugiato nella tranquilla campagna sanlupese.

Nei paraggi,
immerso nel verde più intenso della collina,
quasi occultato dalle argentee chiome degli ulivi,
accoglie i suoi ospiti l'agriturismo
"L'Oliveto",
geloso custode della quiete e delle antiche ricette
della civiltà contadina.

I sapori del pane e delle focacce, i segreti della pasta
fatta in casa e di tante ricette della tradizione dolciaria,
rivivono lungo la Via Nazionale.
All'ingresso del paese c'è il forno "L'arte del pane"e,
quasi all'uscita, il laboratorio "Pasta e Fantasia".
Esempio quest'ultimo di imprenditorialità, laboriosità e
creatività tutte al femminile.

Scomparse le vecchie botteghe di sarti, falegnami,
calzolai, fabbri ferrai e ramai, la tradizione artigianale
sopravvive grazie alla presenza di due laboratori di
falegnameria, uno in Contrada Casaleni e l'altro
a Campopiano.
Sia nell'uno che nell'altro operano veri e propri
maghi del legno, che dalle tavole di castagno,
di noce, di ciliegio o di pino rosso,
tirano fuori veri opere d'arte.
Nel primo si realizzano soprattutto mobili, il
secondo è specializzato in infissi.
Nell'area industriale in Contrada Grotticelle sorge
"La Neolitica"s.r.l.
una società che ha saputo riscoprire e valorizzare
un culto antico a San Lupo: l'arte della pietra.
Le pietre avorio e brecciato, molto rare in quanto
stratigraficamente lacunose e spesso smantellate
nel corso delle evoluzioni geologiche,
sono presenti nelle alte colline del contrafforte
sud-orientaledel Massiccio del Matese
in qui rientra il territorio di San Lupo.

Da questa risorsa, così preziosa e rara,
La Neolitica ricava la materia prima per forgiare i
suoi gioielli di pietra e offrirli ad un
mercato assai esigente.
Vasta la produzione, per assecondare le richieste e
gusti diversi:
pietre bugnate squadrate, zanelle con caditoie,
cubetti per arredo urbano, basoli bocciardati,
lavorati a puntillo, anticati, rivestimenti
e pavimentazioni a "opus reticalatum",
a corso irregolare, a opera incerta.

La pietra di San Lupo, oggi, ne ha fatto di strada:
arreda il lungomare Cesenatico, pavimenta i
centri storici di rinomate località del turismo invernale
come Pescasseroli e Pescocostanzo, abbellisce tutta l'area
centrale del borgo sorto intorno
alla medioevale Abbazia di Priverno- Fossanova.

Dove l'arte della pietra è un culto antico,
la tradizione continua.








le associazioni culturali


Un'importante funzione, per il ricupero e la
valorizzazione culturale dei luoghi, la promozione
delle caratteristiche paesaggistiche, la riscoperta di
antichi sapori e la rivalutazione di prodotti tipici,
svolgono le due associazioni attive sul territorio:
la Pro-loco e Legambiente.
La Pro-loco, nata ufficialmente nel 1987, ha
alternato a momenti felici di fervore organizzativo
periodi di difficoltà.
Ultimamente ha ricuperato entusiasmo e ha ripreso
la sua funzione di promozione e valorizzazione delle
risorse del territorio. Oltre agli appuntamenti fissi nelle
festività natalizie e durante il periodo estivo, molto efficace
é stata la campagna intrapresa per la tutela e la promozione
del "Fagiolo della Regina" pubblicando perfino un opuscolo sulla
storia, le caratteristiche e la culinaria di questa particolare
e unica cultivar di fagioli.
Una manifestazione:
"Antichi sapori di San Lupo... il Fagiolo della Regina",
che si svolge tra luglio ed agosto, ne esalta la bontà e la
peculiarità.
Qui, e solo qui la pianta trova le condizioni ideali per la
crescita e la maturazione per le particolari
caratteristiche del clima e del territorio.
Legambiente ha realizzato un Centro di Educazione Ambientale
"Casa Natura-Fattoria Didattica" che funziona come centro di
informazione ed educazione ambientale, di ospitalità, di
escursionismo, di promozione e tutela del territorio della
Valle del Fiume Titerno.
La Casa Natura, nel centro urbano, é dotata
di 50 posti letto con servizi, un laboratorio didattico,
recepcion, segreteria, mensa e cucina.
La Fattoria Didattica è situata in un rifugio, a circa due km
dal centro abitato e promuove la conoscenza di produzioni
agricole tradizionali e la pratica di attività
contadine tipiche locali, attraverso laboratori.
Qui finisce la nostra avventura, dopo aver percorso
le tappe più significative, almeno per le nostre possibilità,
della Storia di San Lupo.
La speranza è che altri, magari con la stessa nostra
passione e più elevate competenze, raccolgano il testimone
e continuino il "viaggio", per rendere ancora più ricca
e interessante la nostra ultramillenaria storia.
Il pensiero finale va a quanti non ci sono più,
per lo straordinario tesoro che ci hanno affidato,
a quelli che ci sono affinché si adoperino in ogni
modo per difenderlo e custodirlo, a coloro che
verranno perché sappiamo valorizzarlo ed esserne
sempre degni.

martedì 28 aprile 2009



  • Filodrammatica 1911- foto di gruppo


1-Don Vito Carbone- viceparroco
2-Don Domenico Trotta- possidente
3-Comandante stazione CC- San Lupo
4-Don Biagio Di Staso- arciprete
5- Don Gaetano Trotta- possidente
6-Pelagio Rossi- notaio
7-Giovanni Palmieri
8-Severino Linfante- applicato comunale
9-Don Michele Varrone-possidente
10-Dr Cerracchio- medico
11-Don Giuseppe Varrone- possidente
12-Dr Damiano Santanna- farmacista
13-Giovanni Velardi-segretario comunale
14-Achille Mastrocola
15-Domenico Antonio di Paola



Bibliografia:


CARBONE DON VITO - Vita di San Lupo
A. MEOMARTINI I - Comuni della provincia di
Benevento De Martini Editore
R. HOSTETTER le origini del socialismo italiano
Feltrinelli Editore
V.MAZZACCA Repubblica partenopea e brigantaggio Ricolo Editore
F. MELCHIORRE Pontelandolfo 1861 Cedim
L. SANGIUOLO Il brigantaggio nella provincia di
Benevento (1860-1880) De Martini Edittore
N. VIGLIOTTI L'epitaffio dimenticato, rilevanze
storiche, A. Di Leone, 2007.
V. MAZZACANE Memorie storiche di Cerretto
Sannita Telesina Edizioni
F. DELLA PERUTA Democrazia e socialismo nel
Rinsorgimento Editori Reuniti
INTINERARI TURISTICI DELLA C. M. DEL TITERNO
storia, cultura arte, folklore, ambiente Imago Editore
ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI Catasti Onciari
G. PROCACCI Storia degli Italiani vol. 11°
Laterza Editore
G MARIA GALANTI Nella cultura del settecento
meridionale Guida Editore
U.SIMEOME Racconti, mitti e leggende della
terra di San Lupo- Comune San Lupo
LEGGAMBIENTE VALE TELESINA Aspeti
naturalistici e storico-artistici
CHARLES LEDIT J. Il secolo di San Lupotraduzione
a cura della parrocchia
N. TERRACCIANO Il moto internazionalista sul
Matese Centro studi libertari Napoli
E.FORNI L'internazionale e lo Stato Tipografia
degli Accattoncelli Napoli 1878
C. ALIANELLO Intervento in Giustizia perPontelandolfo Editore Rico






Ringraziamenti:

Anna Guerrera

Ugo Simeone

Lupo Simeone

Graziano Ciaglia

Antimo di Blasio

Antonio D'Aloia

Alessandro Di Blasil

Lara Guerrera

Gioconda Di Lorenzo

Elena Cofrancesco

Maria Teresa Pulcino

Mario Maiorino

Antonio Vaccarella

Angelo Zara

Don Silvio Vaccarella

Pro-Loco di san Lupo

Legambiente Valle Telesina

Longo Carmela


 
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