lunedì 22 giugno 2009





















Belezze Architettoniche

Un rapporto intenso e sublime è quello che
da secoli il paese di San lupo vive con le sue pietre.
Le origini, sia che si dia credito all’ipotese più
rischiosa che le fa risalire alla preistoria,
sia che si avvalori quella che si fonda sui
riscontri storici, trovano nella pietra
l’elemento che le unisce.
La testimonianza più antica è costituita
dai tronconi delle colonne benedettine rinvenuti
in località Cortesanta.
L’elemento più rappresentativo e meglio
conservato è certamente la Fontana Sant’Angelo.
Ma fra archi, cappelle, fontane , piazze, portali e
monumenti, tanti altri sono i petali di questo
splendido, straordinario fiore di pietra.
Andiamoli a cercare, sparsi qua e là
sul territorio.

Le colonne Benedettine

Nell’antica “grancia” dell’Abbazia di San Lupo,
che sorgeva in località Cortesanta,
esistevano delle maestose colonne de granito,
trasferite, verosimilmente, da qualche tempio
dedicato a divinità egizie esistente a Benevento.
Di culti in loro onore è testimone ancora oggi,
nei pressi della Chiesa delle Grazie del
capoluogo sannita, un basamento in granito,
che sorregge un massiccio esemplare di bue apis,
una delle divinità più adorate dal popolo
dei faraoni.
I monaci benedettini, secondo un costume
abbastanza diffuso nell’alto medioevo,
si servivano di materiale di spoglio di monumenti
in rovina per edificare le loro abbazie.
E’ assai probabile quindi che essi abbiano
utilizzato alcune di quelle colonne per la grancia
che edificarono a San Lupo in località Cortesanta.
Furono portate alla luce dagli scavi spontanei
Fatti dal proprietario del terreno tra il 1930 e il
1931, nel luogo dove sorgeva prima del terremoto
del 1688 la chiesa madre intitolata a san Lupo,
di fronte alla fontana Sant’Angelo.
I preziosi reperti furono trasportati in paese
a spalla, imbracati e legati con lunghe pertiche,
da operai e volontari coordinati dal capomastro
Andrea Focareta.
Essi affrontarono la durissima salita delle
Costarelle, un sentiero accidentato e scosceso,
ma arrivati in piazza furono ripagati dal suono
festoso delle campane voluto dall’arciprete
don Vito Carbone,convinto fautore dell’iniziativa.
I due tronconi di colonne furono sistemati
poi su due grosse macine di pietra davanti al
costruendo teatro in Via Orti.
Indegna fu la sorte che toccò loro negli anni
Successivi, quando furono utilizzati perfino come
Rulli per spianare le strade e uno di esse finì
Miseramente, come materiale di riempimento,
in un muro di Via Orti.
Il 25 Maggio 1998, finalmente, l’Amministrazione
comunale rese giustizia alla più antica traccia
della nostra storia.
Il troncone fu dignitosamente sistemati su un
basamento a foggia di capitello dorico,
disegnato dallo scultore Ernesto Pengue e donato
dalla ditta Guerriera, nell’angolo che da Via
nazionale immette su Via Orti.

Fontana Sant’Angelo
















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